Martedì 20 agosto Ceglie Messapica
Piazza Vecchia ore 19.30
Fare Arte: Martedi letterario.
Nel cuore delle case.
Viaggio interiore tra case e spazi mentali.
di Donatella Caprioglio. Ed.ne Punto d’incontro
Un tempo le città erano plasmate dalla vita degli abitanti. Oggi lo spazio è pensato da “altri”, che possono essere i costruttori, i tecnici, i politici, senza coinvolgere assolutamente i futuri fruitori delle case e degli spazi pubblici. Questo purtroppo è uno dei problemi che hanno condotto alla non sostenibilità dell’abitare e ad un costante degrado urbano che oggi si espande a macchia d’olio. Ogni casa nel suo cuore contiene e segna quell’impercettibile linea di demarcazione tra il dentro e il fuori, identifica chi la abita poiché essa viene letteralmente impregnata dei nostri gusti e abitudini ma soprattutto là dove le case vengono tramandate dai genitori ai figli, dà continuità ad una storia.
L’autrice di “Nel cuore delle case” non è un architetto, bensì una psicologa: chi meglio di lei può trasmetterci il messaggio di cui le case possono essere portatrici? A volte – e questa è una mancanza assai diffusa – l’Architetto dovrebbe calarsi nel ruolo di “psicologo delle costruzioni”, ossia colui che da tecnico arriva a percepire l’essenza nascosta ma forte di un immobile, principalmente delle abitazioni.
Una casa non ha solo la funzione di riparo e questo è palesemente noto. Una casa esprime nella sua peculiarità le caratteristiche di chi la abita e malgrado i tempi siano evoluti e l’edilizia sia divenuta una mera pratica costruttiva (a volte seriale e lontana dalla sostenibilità) c’è chi ancora da buon Architetto cerca di dare un’impronta personale alle case che costruisce, perché, se riflettiamo bene, quale persona vorrebbe vivere in una casa non confortevole? Per cui il miglior modo per realizzarne una vivibile e accogliente è pensare che potrebbe essere la propria.
Ma una casa ha un’anima? Beh, secondo quanto si legge nel testo potrebbe averla, anche se la questione può fondarsi sulla libera interpretazione; vero è che una casa – come sosteneva Le Corbusier – è una macchina per abitare, una macchina assai complessa che, se paragonata alla all’organismo umano (macchina vivente) è anch’essa in continua evoluzione.
A molti capita (o è capitato in passato) di accorgersi che in una casa in cui non si vive bene – vuoi per caratteristiche microclimatiche avverse, vuoi per mancanza di comfort domestici, a causa di spazi malgestiti o per una collocazione urbana in aree inquinate, trafficate o altro – ci si possa anche ammalare. A tutto c’è rimedio e il progettista deve essere in grado di pensare anche a questo: sopperire ai bisogni degli abitanti (committenti) che richiedano un intervento sulla propria casa.
“Nel cuore delle case” non è un libro tecnico ma si pone come una sorta di riflessione che, al termine di ogni paragrafo dà la consapevolezza di quanto sia forte il legame con la propria abitazione e di come essa rifletta la personalità di chi ci vive. È davvero sorprendente notare le sensazioni che si percepiscono da una casa eppure è così. In questo libro delle memorie, scorrono una serie di episodi che da esempi pratici, luoghi esistenti, citazioni storiche lasciano aperta la porta all’Architettura sana e sociale, fatta di persone, di emozioni e di ricerca del benessere.