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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

sabato 28 maggio 2016

Confronto


Il messaggio di ieri sera dell’arcivescovo Caliandro può essere proficuo?
Sì, se viene integrato con il Piano Europeo per gli aiuti ai Paesi Poveri.
Organizzato dal Rotary, dal Lions, dall'Associazione Caelium e dalle Parrocchie, alla presenza del rappresentante del Sindaco e di un nutrito pubblico, si è tenuta ieri sera presso il Castello la conferenza del Prof. Domenico Caliandro, Arcivescovo di Brindisi e Ostuni.
Una conferenza sul dialogo tra culture e religioni diverse, basato sull’antropologia culturale, il pensiero di Fromm, Pascal, Maritain e sul richiamo ai Papi Giovanni XXIII e Francesco e con le inevitabili implicazioni con l’attualità dei migranti.
Un discorso di apertura, confronto e "convivialità delle differenze" partendo dalla propria solida identità, cioè la propria dignità e libertà. 
Un appello alle relazioni umane e all’accoglienza basate sull’amore e il rifiuto della paura.
Io credo che se l’accoglienza dei migranti dovesse essere intesa come apertura indiscriminata delle frontiere a tutti, il messaggio di ieri sera non troverà ascolto.
Se invece l'appello all'apertura e all'accoglienza comporta la possibilità di ingressi contingentati in Europa e, in conformità con il Piano Europeo, significa aiuto allo sviluppo delle economie dei Paesi dai quali gli immigrati provengono, allora esso ha buone possibilità di diventare realtà concreta.
Oltre all'antropologia culturale serve l'analisi sociale ed economica di quei paesi.