Castello Ducale Ceglie M.ca (BR)
“IL CASO TORTORA: Il Fatto, il diritto, l’uomo”
In occasione della presentazione del libro
“LETTERE A FRANCESCA di Enzo Tortora”
della giornalista Francesca Scopelliti
Saluti
Avv. Stefania Ester Spina
Presidente A.I.G.A. Brindisi
Grazia Gioia
Presidente A.P.S. GIOIA Ceglie M.ca (Br)
Avv. Mariangela Leporale
Ass. alla Cultura Ceglie M.ca (BR)
Introduce e modera
Avv. Alessandra Galetta
del Foro di Brindisi – Consigliere Nazionale AI.G.A.
Interventi
Sen. Francesca Scopelliti
Presidente della Fondazione Internazionale per la Giustizia "E. Tortora”
Avv. Domenico Attanasi
del Foro di Brindisi – Componente di Giunta Nazionale A.I.G.A.
Dott. Vincenzo Sparviero
Capo Redattore Gazzetta del Mezzogiorno
Avv. MIchele Vaira
del Foro di Foggia - Presidente AIGA
L’evento, valido ai fini della formazione professionale continua di Avvocati e Praticanti, è in corso di accreditamento.
Per info e prenotazioni – entro il 24.10.2016 - è possibile scrivere all’indirizzo di posta elettronica: segretario@aigabrindisi.it
Enzo Tortora
Lettere a Francesca
Aprite questo libro: sentirete l’urlo di un innocente straziato dall’assenza di diritto e di verità. Leggete queste lettere: traboccano di incredulità e indignazione, ma anche di dolcissimo amore per la sua Francesca.
A quasi trent’anni dalla morte di Enzo Tortora, la sua compagna Francesca Scopelliti consegna alla memoria degli italiani una selezione delle lettere che il celebre giornalista e presentatore televisivo le scrisse dall’inferno del carcere nel quale era stato sbattuto per “pentito” dire. Arrestato nel 1983 per associazione camorristica e spaccio di droga, la star amata da decine di milioni di italiani vive in quei giorni l’incubo di una giustizia ferma al Medioevo e promette di battersi fino all’ultimo non soltanto per affermare la sua estraneità alle accuse ma anche per denunciare le aberranti condizioni di vita dei detenuti. Promessa mantenuta: Enzo Tortora diventerà di lì a poco il grande leader politico della battaglia per una giustizia giusta, culminata con la vittoria schiacciante (poi tradita dal Parlamento) del referendum per la responsabilità civile dei magistrati. Aprite questo libro: sentirete l’urlo di un innocente straziato dall’assenza di diritto e di verità. Leggete queste lettere: traboccano di incredulità e indignazione, ma anche di dolcissimo amore per la sua Francesca. Scoprirete così di non poter restare indifferenti alle parole – purtroppo ancora attuali – di un detenuto dalla coscienza limpida e libera che lancia la sua accusa a magistrati prigionieri di un teorema giudiziario e a giornalisti corrivi con la Procura di Napoli, ingabbiati dal pregiudizio e dalla malafede.