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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

domenica 2 aprile 2017

Buona domenica


ore 10:30 - 12:30,  16:00 - 19:00
Museo Archeologico e di Arte Contemporanea
Ritratti e figure dal MAP

ore 10:30 - 12:30,  16:00 - 19:00 
Biblioteca "P. Gatti" e Pinacoteca "E. Notte"
Il Carella in Puglia.

Grotte di Montevicoli
info: 3271909148

ore 10:00 / ore 17:00 
MAAC
Partenza visite guidate "99Borghi"

ore 18:30 Auditorium Comunale di Via Istria
CEGLIE SMART CINEMA
"LA PAZZA GIOIA" 
 con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti

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Farmacia di turno
Farmacia Galante Rosa
Viale Moro Aldo, 14
Telefono: 0831-377167
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U vangele di iosce
Io sono la risurrezione e la vita.
 (Gv 11,1-45)
Clicca qui.

Nu dittèrie
Kunsigl' di vulp, povr iaddin'
Consiglio di volpi, povere galline.
E' meglio lasciar perdere i consigli di persone troppo interessate!
Fonte: Per le parole antiche, Proverbi cegliesi

Na fotografije
Ceglie Bella? Sì


Foto  Francesco Moro

A terra meje

OROBANCHE

Oro e banche: un connubio perfetto per chi ama circondarsi di beni materiali, probabilmente per mancanza d’altro. Orobanche: piante parassite che ti circondano anche se non le vuoi. Con l’arrivo della primavera si sono presentati anche i primi esemplari di orobanche o succiamele (nome dialettale: spòrchia), piante infestanti che sono la disperazione dei contadini a tal punto che il termine spòrchia è anche sinonimo di sfortuna (quel tale “porta spòrchia”, cioè porta sfortuna, si diceva un tempo). Ma le orobanche sono davvero piante solo deleterie? Non direi. Ad esempio in cucina hanno una loro utilità. Valerio Tanzarella l’agri-chef ci dirà qualcosa in più.
Angelo Giordano 


Povera spòrchia tanto odiata. A me, invece, sta simpatica. Certo, vederla nell’orto non è un buon segno ma, a volte – come in questo caso –, è possibile trasformare un problema in risorsa. Come? Mangiando i parassiti. Le orobanche sono generalmente amarognole ma, se ben “curate”, possono essere mangiate e diventare protagoniste dei nostri piatti. Per fare questo occorre scegliere le piante più tenere, mondarle, tenerle a bagno per 24 h cambiando di tanto in tanto l’acqua e, fatto ciò, possono essere lessate, mangiate crude o utilizzate per arricchire frittate. Il mio piatto preferito? Crema di orobanche condita con un pizzico di sale e olio spalmata su crostini ancora caldi. Occorrente? Solo un minipiner. E buon appetito.
Valerio Tanzarella