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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

mercoledì 26 settembre 2018

Santi Medici Cosma e Damiano




Il giorno del 26 settembre, giorno in cui si fa memoria dei santi Medici Cosma e Damiano, già dalle prime luci dell’alba una lunga fila di Carretti, di traini, di biciclette e di ogni sorta di veicolo, carichi di devoti, si recavano presso il Santuario di San Cosimo alla Macchia, così veniva comunemente chiamato il santuario dei Santi Medici che sorge in una ampia radura in quel di Oria…cittadina in provincia di Brindisi.


La devozione verso questi due santi fratelli si perde nella notte dei tempi e comprendeva un Voto, ovvero, la promessa ai santi taumaturgici, di andare in pellegrinaggio ad Oria almeno una volta nella Vita.

I santi forse, una volta erano più sensibili alle preghiere dei devoti…oppure, prima si sapeva chiedere le grazie col cuore gonfio di fede, per cui molti di coloro che chiedevano una grazia la ottenevano, prova ne è che nel Santuario di Oria ci sono delle sale dove sono custoditi innumerevoli ex voto che i malati, per grazia ricevuta, donavano ai santi.

In quella Chiesa, non eccessivamente ampia, conveniva gente devota dalle province di Brindisi, di Taranto, e persino da Lecce… Molti, moltissimi, giungevano in quel luogo dopo un lungo
cammino… Sì perchè andare a piedi a ringraziare i santi per grazia ricevuta, era il segno più alto della riconoscenza da parte dei miracolati.

In seguito ad una miracolosa guarigione, si usava talvolta far indossare al miracolato, specie se in tenera età,“l’abito votivo benedetto” del Santo invocato, ed un tempo era consuetudine vedere dei bambini con l’abitino di San Francesco, Sant’Antonio e di San Cosimo.

Per i pellegrini erano messi a disposizione dei locali, dove,dopo aver assistito alla santa messa, le persone convenute in quel sacro luogo, potevano rifocillarsi, consumando un pranzo al “sacco” come si dice ora.

Poche bancarelle vendevano fettuccine colorate,(ziaredde), statuine dei santi coi loro tipici colori, fischietti e trombette e palline di pezza con l’elastico per i bambini. Si compravano delle fettuccine colorate da regalare ai parenti e agli amici di vicino casa, si portava loro delle figurine dei santi, si tornava a casa col cuore traboccante di fede, soddisfatti d’aver mantenuto fede ad una promessa.
Anna Marinelli