Campo di prigionia Casa Rossa, Alberobello |
Già prima del suo ingresso in guerra, il 10 giugno 1940, il governo italiano aveva imposto la stretta vigilanza su tutte le persone ritenute ostili al regime. A questo scopo, il governo allestì una quarantina di campi di detenzione: si trovavano tutti nell’Italia centro-meridionale e, in Puglia, ve ne furono quattro.
Tra gli elementi indesiderabili e i nemici da controllare vi furono molti ebrei stranieri. Accusati di essere imbevuti di odio contro i regimi totalitari e capaci di qualsiasi azione deleteria, essi dovevano essere arrestati e sorvegliati in appositi campi, ma, a parte questo, godevano di una certa libertà.
All’inizio, gli ebrei stranieri erano considerati quasi degli ospiti: possedevano un visto turistico e, ufficialmente, erano in attesa di completare le pratiche per trasferirsi in America o in Palestina. Tuttavia, in seguito all’entrata in guerra dell’Italia, essi rimasero intrappolati nei meccanismi della discriminazione e persecuzione razziale operata dal regime fascista e si trovarono senza più via di scampo.
Così, il Ministero degli Affari Esteri, dichiarando “nemici dello Stato” tutti gli ebrei presenti in Italia, avrebbe fatto arrivare in catene centinaia e centinaia di deportati, poi destinati ad essere condotti ad Auchwitz e ad altri campi di sterminio.