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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

lunedì 16 settembre 2019

Coppa Messapica: una fucina di campioni


Coppa Messapica:
una fucina di campioni

La  Coppa  Messapica  suscita  in  me  un'ondata  di  ricordi  e  emozioni.  Dal  1952  ad  oggi  non  credo  di  averne  saltata  una  e  spesso  l'ho  seguita  da  vicino,  ospite  di  amici  di  mio  padre  nelle  auto  al  seguito.
Ogni tanto guardo con nostalgia la foto in cui, bambino di sette anni, dall'alto di una tribunetta di legno allestita per l'occasione, assistevo in prima fila con mia madre all'arrivo della prima Coppa Messapica vinta dal campano Luigi Mastroianni. In un'altra foto del 1954 ritrovo mio padre al seguito della corsa in sella della sua vespa 125 dietro alla Topolino della giuria in cui si riconoscono mio zio Rocco Carrone e Carmine Ricci, tra i pionieri della corsa. Insieme ai miei amici attendevamo con ansia la mattina della gara, che si svolgeva quasi sempre nel periodo della festa di San Rocco, per vedere da vicino nel cortile del Castello i corridori all'atto della punzonatura e poter commentare la loro provenienza e il loro curricolo. Eravamo informati su tutto. Il mitico Michele Caggiani, vincitore della seconda e terza Coppa Messapica, attirava più di tutti la nostra attenzione di ragazzini. Si discuteva delle caratteristiche dei concorrenti e delle difficoltà del percorso: la salita dell'Orimini, la salita di Montemesola e della Selva di Fasano. Premi speciali venivano attribuiti ai corridori che per primi raggiungevano queste sommità.
I forestieri venivano ospitati presso l'Opera don Guanella e il rimborso spese era di poche migliaia di lire. Anche i premi in denaro erano di poche migliaia di lire; nel 1956 il primo classificato aveva un premio di 20 mila lire e il secondo di 15 mila lire.
La corsa soprattutto nei primi anni si svolgeva prevalentemente in un percorso extracittadino attraversando la provincia di Brindisi, Taranto e Bari. La Coppa Messapica veniva assegnata alla società che aveva i migliori classificati tra i primi cinque arrivati.
La Coppa Messapica nel corso degli anni ha visto sfilare il fior fiore del ciclismo dilettantistico italiano con squadre sempre più attrezzate e ben organizzate. Tra i partecipanti come non ricordare Luigi Arienti vincitore dell'edizione del 1959 e medaglia d'oro alle Olimpiadi di Roma del 1960 nell'inseguimento a squadre, Vito Tacconi il futuro Camoscio d'Abruzzo che negli anni successivi avrebbe riempito le cronache ciclistiche italiane e che partecipò nel 1960 e fu battuto in volata dal suo capitano Sandro Cervellini. Non ci siamo fatti mancare nulla, neanche la grande Maria Canins vincitrice nel 1982 ed il campione del mondo di ciclocross Vito di Tano, vincitore dell'edizione 1986. Nell'albo d'oro hanno inciso il loro nome della nostra splendida corsa russi, ucraini, sudamericani. In tempi più recenti, nel 2017, grazie al grande lavoro di Pietro Stoppa, la Coppa Messapica ha ospitato il campionato italiano under 23, vinto da Matteo Moschetti ed il campionato italiano elite, vinto da Gianluca Milani. Un plauso va agli organizzatori con in testa Pietro Stoppa che sulle orme di Carmine Ricci, Rocco Carrone, Rocco Ciracì, Vito Pompilio, Orazio Lorusso, Ciccio Marseglia, Oronzo Ostacolo e tanti altri, con spirito di sacrificio e dedizione tengono viva questa manifestazione che è nel cuore e nel DNA di tutti noi cegliesi.

Prof. Pietro Maggiore responsabile UniTre - Ceglie Messapica

60^ Coppa Messapica - Giro della Valle d'Itria:
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