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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

martedì 14 gennaio 2020

Coppia aperta quasi spalancata

Stagione di prosa 2020
Venerdì 17 Gennaio 2020 ore 21
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA
Chiara Francini e Alessandro Federico
Teatro Comunale di Ceglie Messapica

Coppia aperta quasi spalancata è un testo del 1981 di Dario Fo e Franca Rame.
E’ chiaro nella narrazione della storia lo spunto autobiografico della coppia di artisti che, per loro stessa ammissione, hanno vissuto a più riprese momenti turbolenti nel corso della loro relazione. Drammi e contrasti che conosce bene chiunque abbia avuto una relazione amorosa, talvolta percepita come fuga estatica dalla realtà, talvolta come pure follia utopistica.
In questo viaggio all’ interno delle dinamiche sentimentali tra due individui, affrontato in modo assolutamente ironico, in uno spazio astratto che è quello della memoria della protagonista, il testo assume un carattere indeperibile, universale, rifrangente. Forse per questo è uno dei testi italiani più rappresentati all’ estero.
La storia racconta di una donna, Antonia, e di un uomo, Uomo, che dopo anni di matrimonio monogamo provano, su insistenza del marito, ad “aprire” la coppia verso relazioni più o meno fugaci al di fuori della vita coniugale. Questo diversivo scardina totalmente il tradizionale assetto familiare e mette in risalto le loro reazioni emotive .
In un flusso continuo di ricordi, rimpianti, confessioni e dissacranti verità la donna sembra, dapprima, subire il marito nella speranza di salvare un equilibrio minacciato, lasciando il “coppio aperto” leggero e svolazzante tra giovanili avventure estemporanee e riducendosi a maldestri tentativi di suicidio. Lentamente sarà Antonia ad evolversi e ad affermare se stessa, al di fuori dell’ assetto familiare. Sarà Antonia che confesserà di essersi innamorata di un altro uomo. Uomo comincia, allora, un percorso di disintegrazione delle proprie certezze, impazzisce nel tentativo di riafferrare in qualunque modo la donna che mai, ora, tornerebbe ad indossare l’ abito nuziale diventato negli anni così pesante.
Entrambi, vittime di sé stessi, compiono un cammino speculare ironico nella loro rispettiva disperazione, che li condurrà ad esiti sorprendenti per ricordarci che amare è volere il bene dell'altro.