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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

lunedì 15 giugno 2020

Una riflessione sulla campagna elettorale

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Questa campagna elettorale dà l'impressione di essere alquanto confusa e per certi versi surreale.
Carlo Leo

Al momento i tre candidati sindaci sono tutti di estrazione politica del centrodestra ed al contempo si sentono alternativi tra loro, mi sembrano diversi l'uno dall'altro tanto quanto tre polloni figli della stessa pianta. L'unica differenza è che i primi due si presentano con casacche di partito, rispettivamente Fratelli d'Italia e Lega, il terzo si dichiara distante dai partiti tradizionali e che mai, neanche in caso di ballottaggio, farebbe accordi con loro (vabbè, che dire... Di Maio docet).

Si mormora di altre candidature che a breve daranno il loro contributo a queste amministrative, sicuramente con delle civiche. Spesso sento pronunciare proprio da candidati civici che "i partiti non esistono più",  "i partiti politici sono morti" ed altre amenità simili... 

La verità è che i partiti sono vivi e sono anche molto ambìti da chi eletto. Mi spiego meglio: oltre ai vecchi trucchetti ben esposti dall'amico Francesco Monaco in un suo post di qualche tempo fa, accade anche che l'elettore, illuso dagli slogan apartitici dei candidati, si ritrova ad esprimere la sua preferenza per un conoscente di una lista civica in cui aveva riposto fiducia e quest'ultimo, una volta eletto, si iscrive al partito che molto spesso quell'elettore non avrebbe mai votato. 

Non mi credete? Allora date un'occhiata alle amministrative scorse, buona parte dei consiglieri eletti riempivano le liste civiche, confrontate oggi gli stessi nomi con i simboli di partito, alcuni di loro, nel mentre, sono anche passati dal Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, giusto per non farsi mancare nulla.

Mi chiedo ad oggi queste liste civiche a cosa servono. Un tempo venivano chiamate "liste civetta" e servivano a riempire spazi vuoti in una coalizione ben definita. Oggi invece i candidati sindaci si presentano con una o più liste civiche lontani da coalizioni e partiti tradizionali dove alcuni, forse, concorrono  nella speranza di ritrovare una nuova "verginità" politica che ahimè non potrà più tornare, altri concretizzano i risultati dello spoglio mimetizzandosi nelle suddette. 

Liste politicamente incolore ed insapore come un gran contenitore dove all'interno ci trovi di tutto, pronte poi al ballottaggio ad accordarsi con chiunque perché liberi da perimetri ideologici e di pensiero e con gli eletti pronti ad iscriversi al partito più in voga del momento millantando un certo pacchetto di voti che altrimenti non avrebbero avuto. 

Però ammetto che son bravi a presentare i successivi accordi e le proprie scelte in modo molto sofferto ma sempre e solo per il bene della collettività, per intenderci un po' come le motivazioni adottate durante i ribaltoni in Consiglio Comunale a cui abbiamo assistito negli ultimi 10 anni, dove gli avventori hanno dimostrato di  infischiarsene del voto dei cittadini e dell'indirizzo popolare ed hanno dato vita allo show che conosciamo tutti. ... E l'hanno fatto per noi cegliesi!

Allora deduco che i partiti tradizionali servono ancora, già perché come potremmo identificare una coalizione se non ci fossero i partiti tradizionali, detentori di battaglie politiche, di principi e valori collettivi, di una visione ad ampio spettro, veri ed incontrastati fulcri di identità politica, che essi siano di centro, destra o sinistra?

Ma se nel centrodestra c'è frammentazione, caos ed assistiamo alle prime scaramucce, nel centrosinistra vediamo un po' come procedono i lavori. Una piccolissima minoranza del centrosinistra ha dichiarato a mezzo stampa che, in questa tornata elettorale, non ci saranno simboli di partito. 

Minoranza organizzatrice di tavoli, politicamente innaturali a cui, nel recente passato, sedevano consiglieri di maggioranza, ex consiglieri di maggioranza poi divenuti di opposizione, consiglieri di opposizione, consiglieri di opposizione divenuti di maggioranza e promotori della sfiducia al sindaco, rappresentanti di partiti politici e non, assessori decaduti; poi si è bravi a parlare di disaffezione dei cittadini verso la politica. Tranne l'avversione all'ex sindaco, mi chiedo cosa potesse unire attorno ad un tavolo una così variegata rappresentanza politica spesso agli antipodi ideologici.

Forse ora come mai l'elettore ha bisogno di coordinate, di punti di riferimento, forse ci vorrebbe un centrosinistra che dia un'alternativa chiara, che  riparta con slancio ed indomita passione politica nel riaggregarsi, nel valorizzare le notevoli risorse umane di ieri e di oggi, che possa inglobare nuove forze e dar vita ad un pensiero di ampio respiro e presentare in modo puntuale i progetti per la città per i prossimi anni, proiettare insomma il paese verso il futuro. 

Vorrei vedere i partiti di centrosinistra aprirsi veramente alla società civile e, in un'ottica di coalizione, le eventuali liste civiche alleate vedersi riconosciute come concomitanti e non più marginali, perché sincere nel scegliere il loro perimetro di appartenenza senza ambiguità alcuna, perché portatrici di slancio e vigore alla progettualità, perché espressione massima di quello spaccato di società civile esistente sul territorio che pur rifiutando tessere, per varie ragioni, riconosce l'importanza dei partiti e sposa i loro progetti ampliandoli e migliorandoli con fattiva collaborazione. 

Se poi la candidatura a sindaco provenisse proprio dalla società civile si riuscirebbe a sanare uno strappo che dura da troppo tempo.

Se c'è una cosa che non sopporto nella presentazione di nuovi gruppi o liste è ascoltare: "gruppo di giovani" oppure "gruppo di professionisti", "competenze", così tanto inflazionati in questa pseudo dialettica moderna, mi chiedo perché chi non è giovane o professionista non ha diritto di parola? Ma per piacere, è così palpabile questa millantata competenza che basta ascoltare una qualsiasi conferenza o intervista per rendersi conto che mancano le basi, altro che competenza politico-amministrativa ...

L'elettore ha il diritto di scegliere tra vari progetti politici e chi fa politica attiva ha il dovere di presentarli, di offrire alternative vere, di proporre il meglio che possa mettere in campo. Ma nel csx una piccola minoranza ha detto no!

Se non cambierà qualcosa nei prossimi 15 giorni, se non ci sarà un elemento a sorpresa e di rottura che rimetta tutto in discussione credo che assisteremo alla campagna elettorale più brutta di sempre. Gli elettori non potranno far altro che dividersi in Caroliani ed Anticaroliani prestando il fianco ai fautori di questo caos, non vedo proposte politiche significative per evitare questo disastro politico ed ideologico.

Non mi resta che augurare buona fortuna alla nostra tanto amata Ceglie".
14.06.2020

Carlo Leo