“Libri al MAAC”
L’AMORE INABITABILE
di Donatella Caprioglio
ore 19.00 Museo MAAC
GIOVEDÌ 29 LUGLIO
Donatella Caprioglio è psicologa, psicoterapeuta, scrittrice, specializzata in età evolutiva e nella Psicologia dell’Abitare, formatrice per professionisti dell’infanzia, architetti ed aziende, vive tra il Veneto, la Puglia (in particolare a Ceglie Messapica dove ha acquistato un trullo) e Parigi, dove insegna all’Università di Bobigny Paris 13 “Tecniche di sensibilizzazione all’ascolto e psicopatologia del neonato”.
Un grazie a Irene Martino per la sua capacità di leggere tra le righe “lo sconosciuto” all’autore stesso…
“L’amore inabitabile” è la storia di una spazialità dell’amore. Di un rapporto amoroso che nasce dalla fascinazione profonda dello spazio abitato dall’altro. Così diverso, irregolare, bizzarro, mobile.
Lui e lei. Eppure, due case che respirano poesia. L’una creativa, imperfetta, decostruita; l’altra misurata, ordinata, solare. L’una, un canto libero; l’altra, la perfezione del sonetto. Una narrazione appassionata e intensa di un sentimento che prende forma, identità e corpo all’interno di un luogo fisico, la casa, non mero involucro esterno, ma artefatto psichico e materiale, spazio di intimità fisica e umana. Un’introspezione lenta e profonda di un amore che cerca ostinatamente di abitare la casa dell’altro, ma che si traduce nella metafora di un amore inabitabile.
Una storia di case, dell’urgenza di trovare spazi che ci aderiscano profondamente e che intuitivamente rispondano a quel “bisogno riparativo di trovare un luogo sicuro per sanare quell’insufficienza intuita nel venire al mondo”. Casa, specchio della nostra identità. Casa, luogo di accoglienza o di chiusura all’altro. Muri che delimitano i confini, segnano i territori, tracciano i limiti. Ma fino a che punto possiamo valicarli, forzarli o romperli? E’ anche una storia dei limiti di un amore, della nostra capacità o incapacità di accettare l’inaccettabile, quando amare non coincide più con il sapersi abitare, ma con un fondo nero, oltre il quale si palesa l’assoluta disperazione. Perché non si può abitare la casa e lo spazio dell’altro, se non impariamo innanzitutto ad abitare noi stessi.
Pagina dopo pagina, con uno stile poetico, avvolgente, ma a tratti urticante, crudo e graffiante, il libro ci conduce nel territorio aspro e impietoso del sentimento più importante dell’essere umano, apre lo sguardo agli strati più profondi della psiche e ai meccanismi che soggiacciono alle relazioni, per riportare alla luce quei grumi emotivi, una sorta di magma incandescente che col passare degli anni si tramutano in macigni impossibili da sostenere.
Una scrittura che genera nel lettore domande, offre risposte a lungo cercate e che restituisce il potere terapeutico di un’analisi acuta, illuminante e competente della relazione amorosa e della sua geografia spaziale.” Fonte.