.

Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

sabato 12 luglio 2008

Jazz: le origini.

Il jazz non deve essere proprietà di una piccola élite di persone che possiedono una vasta conoscenza della sua storia, dei suoi interpreti e delle sue peculiarità. Tuttavia, poiché è una forma artistica evoluta ed ha una storia ampia, è importante conoscere le basi della tradizione jazzistica per apprezzare e comprendere quello che si ascolta.


Proverò ad individuare i movimenti più importanti ed i musicisti più rappresentativi. Non essendo un esperto della materia, ma solo un semplice appassionato, perdonerete gli errori e le lacune che inevitabilmente ci saranno.


 


Le origini del Jazz.


Le origini del jazz provengono tanto dai campi del Sud degli Stati Uniti, come dalle sue città. In particolare New Orleans, centro di confluenza di varie culture, come la francese, la spagnola e quella locale costituita dai neri giunti dall’Africa, costituì il centro cristallizzante delle tendenze e degli stili originari del jazz.


Il jazz sorse agli inizi del secolo XX dall'unione di due tradizioni musicali differenti:  l'Africana Occidentale e l'Europea. La musica africana mise a disposizione del jazz l’impulso ritmico, la musica europea gli strumenti ed alcuni elementi compositivi, quali l’armonia e la melodia.


Il miscuglio di queste due tradizioni produsse una musica che giocava col ritmo ed inventava combinazioni di note musicali, che esprimevano sia tristezza che felicità.


I canti degli schiavi che lavoravano nei campi di cotone si fusero con i suoni urbani e moderni dei musicisti ambulanti di New Orleans per creare un ritmo nuovo: il blues. La musica gospel, con gli spirituals (salmi o canzoni religiose) integrandosi col blues, mise a disposizione un modello di vocalizzazione, che fu imitato ampiamente dagli strumentisti.



ahiceglie


Gospel


Thomas A. Dorsey


 


Country blues
Charlie Patton


 


City blues
Bessie Smith