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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

domenica 20 maggio 2012

Domenica

Quelle bombe sono esplose in mezzo a tutto questo. In un’Italia di provincia dove tutto scorre senza scossoni, rassicurante, bellissimo e spesso immobile. Questo lascia ancora più attoniti. Perché colpire i sogni di quei ragazzi? Perché instillare il terrore nelle mille Italie di provincia che sono la dorsale della nostra identità? Forse, per dire a tutti che nessuno può stare tranquillo a casa sua, sotto il proprio campanile. Che ciascuno, ovunque, rischia di essere travolto dalla follia.

Davanti al più vile dei terrorismi, di bello c’è solo chi si è messo in treno, in macchina, e parte o sta partendo per andare a Brindisi: una città dove forse non avrebbe mai pensato di finire se non per prendere il traghetto per la Grecia. Solo questo si può fare. Andare lì, come nelle piazze delle nostre città, e dire: noi ci siano, non siete soli, non permetteremo più alla follia di vincere. Brindisi per noi, in queste ore, è l’Italia intera.