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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

venerdì 1 marzo 2013

Sulla poesia del salentino Pietro Gatti

di Alessandra Peluso
«Talvolta una proposizione può essere compresa solo leggendola col ritmo giusto. Le mie proposizioni vanno lette tutte lentamente». (Wittgenstein). E così accade per i versi di Pietro Gatti, vanno letti centellinando proposizione dopo proposizione per assaporare tutto il calore del sud, seguendo un ritmo andante segnato dal metronomo della sua vita. Poeta contemporaneo salentino: Pietro Gatti narra con genuina cura tutto ciò che ha riguardato la vita nella meravigliosa terra salentina, nel suo paese Ceglie Messapica. La sua poesia è come per incanto il nostro mondo, la nostra vita, la nostra poesia.  Sceglie il linguaggio poetico, perchè proprio come Heidegger considera «il linguaggio la casa dell’essere. In questa dimora abita l’uomo. I pensatori e i poeti sono i guardiani di questa dimora»; la poesia dà nome alle cose e fonda l’essere e Pietro Gatti con i suoi versi dà magistralmente nome ai sentimenti, all’amore, alla natura, alla fanciullezza, alla vecchiaia.