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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

giovedì 24 settembre 2015

A proposito della ...

A proposito della “Tragedia sfiorata alla zona industriale”

“Tragedia sfiorata alla zona industriale”, così recita il titolo di un breve articolo del 21 settembre appena trascorso, apparso sul blog cegliese Cronache e cronachette. L’articolo, corredato pure da una inequivocabile immagine, spiega l’accaduto, parla di un palo della luce caduto, perché arrugginito in modo irreparabile alla sua base. Lo stesso mette pure in risalto lo scampato pericolo, per l’incolumità delle persone e i notevoli danni subiti da un autoveicolo che era lì parcheggiato. 
Di fronte ad un caso come questo, io penso che occorra porsi qualche domanda, ad esempio, chi sarà ora a pagare quei danni al proprietario dell’auto?, oppure,  ma se fosse andato a rovinare sulle persone? c’è un responsabile?, c’è qualcuno che vigila affinché fatti come questi non si verifichino? esiste un’assicurazione, tale da risarcire soprattutto persone, ma anche cose eventualmente danneggiati? Le domande potrebbero continuare all’infinito.  
Ho vissuto un mese circa a Ceglie tra agosto e i primi di settembre, quest’estate appena trascorsa, come del resto ogni anno e qualche passeggiata l’ho pure fatta in città. Ebbene, tra le tante una cosa mi ha colpito in particolare, la presenza di pali della luce spesso arrugginiti ma, quel che è peggio, pali sostituiti da nuovi pali, anche belli esteticamente, che contribuiscono certamente nel loro insieme a migliorare una via, un largo, ecc., ecc. della città. La stranezza? I pali non più servibili, che hanno cessato la loro funzione, restano inspiegabilmente lì, al loro posto, basta guardarsi attorno, villa Cento pini ad esempio, ma di pali arrugginiti e ancora funzionali ve ne sono ovunque in città. Ripeto, basta farsi un giro in città per accorgersi della loro presenza, pali completamente arrugginiti, potenzialmente assai più pericolosi di quello caduto nella zona industriale, perché in pieno centro abitato, dove circolano continuamente persone, magari bambini, come avviene presso e in Villa Cento Pini. 
Una cosa è certa, se fossi io il responsabile, da oggi (pardon, da ieri, dall’altro ieri) non starei tranquillo! Eppure qualcuno denuncia il silenzio assordante, che impera in Ceglie dalla fine delle ultime elezioni. E’ pauroso. Ma lo diventa ancor più pauroso,
per la complicità dei cittadini, che restano in silenzio anche loro, che non sollecitano chi di dovere, che restano apaticamente senza dire nulla, che guardano, ma che non osservano, che non mostrano alcun interesse verso la loro città (e mi scuso verso quelli che invece fanno il loro dovere, che sono certamente la minoranza, ma che a Ceglie non mancano).
Leggendo quell’articolo, sono stato attraversato da un brivido, dalla testa ai piedi, mi stavo comportando come la moltitudine dei cittadini cegliesi, ma solo per una temporanea dimenticanza. La lettura dell’articolo mi ha fatto tornare alla mente di aver visto, qualche giorno prima di far ritorno dalle vacanze, un palo arrugginito, sicuramente non più di altri, in via Beato Angelico, nei pressi dei nuovi (fino a quando?) campi di bocce. Ebbene, il rischio che quel palo potrebbe essere il prossimo a cadere, perché la ruggine gli ha provocato un pericolosissimo taglio proprio alla base, è molto alto. RIPETO E’ MOLTO ALTO.
Ringrazio Cronache e cronachette per avermi ricordato il senso civico, di dover denunciare questa cosa, al fine di indurre chi di dovere ad intervenire con assoluta immediatezza, senza aspettare che sopravvenga il peggio.  L’occasione mi è propizia per ringraziare indistintamente tutti i blogger cegliesi, per la loro meritevole funzione nella società cegliese. 
A loro un molto cordiale saluto. 
Vito Elia
Palo cegliese

Via Beato Angelico