Wolisso, il paese dei bambini senza nome
Guidati dall'infaticabile don Dante abbiamo scalato gli altipiani etiopi per raggiungere questa piccola comunità alla fine del mondo che ci accoglie con danze, canti e litri di caffè arabica coltivato negli altipiani. Nell'ospedale San Luca di Wolisso, 200 posti letto giù a valle, non c'è tempo per festeggiare. Eleonora Urso e Marta Lunardi, una pediatra, l'altra infettivologa, sessant'anni o poco più in due, corrono da un reparto all'altro per soccorrere le puerpere che hanno dato appena alla luce i loro pargoli e le gravide infettate da Aids o Tbc. L'Etiopia, non va dimenticato, conta un solo medico ogni 50mila abitanti.
Eleonora, medico nell'ospedale di Melzo, vicino a Milano, trascorre le sue giornate in questi stanzoni disadorni dove l'odore dei neonati che si affacciano alla vita si mischia a quello della morte.
La dott.ssa Urso è di origine cegliese. Infatti, il suo papà è Cosimo Urso, da anni residente a Milano con la sua famiglia, è stato, tra le altre cose, il curatore del libro "Storia dell'Opera Don Guanella a Ceglie Messapica 1946-2008" presentato a Ceglie lo scorso agosto.
"Sono molto orgoglioso di quanto sta facendo mia figlia Eleonora in questo ospedale in Etiopia.
A distanza di quasi 80 anni dall'invasione dell'Etiopia da parte dell'esercito italiano fascista si può dimostrare che ci sono ben altri modi per contribuire efficacemente alla pace e al vero progresso dei popoli con costi ben più bassi per tutti.
Ma questa è una lezione che ancora non è stata ben appresa: vedasi l'acquisto dei famigerati e costosissimi F35 e la voglia sfrenata di "menare le mani" (= usare le armi) per risolvere i problemi del mondo."