.

Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

giovedì 4 aprile 2019

La vestizione dell'Addolorata


L'Addolorata, la disperata madre che spasmodicamente va alla ricerca del Figlio, è il simulacro che riesce ognora a riscuotere il consenso più unanime e plebiscitario; in essa, per uno scoperto ma non partecipato transfert, si rapprende tutta l'esacerbata dolorosità delle piccole, rattrappite madri meridionali di fronte alle tragedie, alle aspre vicissitudini di una vita sempre vissuta nella quotidiana, presaga paura di poter perdere i figli per eventi dalle origini misteriose, arcane, cui non possono opporre che una fragilità caparbia, straziata; quasi ferina, a volte.
Gli abiti neri, sfarzosi, pur nella opulenta ricchezza dei pizzi e dei merletti, contessuti di racemi, fiorami, arabeschi dorati, non riescono ad alleggerire l'esasperazione dolorante della Vergine che piange il Figlio ripetutamente martirizzato: anzi, é forse nel contrasto tra l'espressione sconvolta del viso e la sontuosa dovizia delle vesti damascate che si raggruma maggiormente l'effetto tormentato conferito a questa "nera Signora", simbolo e "maschera" di tutte le donne del Meridione. Il risultato scenografico è più patente e vistoso nel simulacro della Collegiata-Chiesa di Ceglie Messapica, il cui vestimento fu commissionato, nel 1862 dalla nobildonna Rosa Argentieri ed oggi ereditato dalla famiglia Ciurlìa che ne continua la pietosa consuetudine;...

Miserere Nostri, Domine Miserere Nostri di Gaetano di Thiène Scatigna Minghetti, Kailinon 2012

Foto
Adele Galetta