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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

martedì 17 febbraio 2009

Sonniloqui

In attesa del resoconto del consiglio comunale a cura dei grillini, segnalo lo spettacolo teatrale di questa sera.
CLICCA QUI per il resoconto.


Gaetano Colella della compagnia Crest di Taranto, presenta “Sonniloqui”: uno spettacolo nel quale ha immaginato, traendo ispirazione dalle “Confessioni di Girolamo” di Ermanno Cavazzoni, un insolito condominio abitato da gente insonne, dove ognuno inganna il tempo come può: dialogando col vuoto, barcollando vicino ai muri, ingerendo sonniferi, parlando per ore al telefono con sconosciuti. Un viaggio nell’inconscio umano, guidato da suggestioni letterarie, che vanno da celebri insonni shakespeariani, come Macbeth ed Enrico IV, a Bernardo Soares di Fernando Pessoa.




Teatro Comunale di Ceglie Messapica. 
Martedì 17 febbraio, ore 21
SONNILOQUI
Scritto diretto ed interpretato da
Gaetano Colella


 




MACBETH: Mi è sembrato di sentire una voce gridare: "Non dormire più!
Macbeth uccide il sonno!"... il sonno innocente,
il sonno che ravvia il filaticcio arruffato delle umane cure,
che è la morte della vita d'ogni giorno, il bagno ristoratore del duro travaglio,
il balsamo delle anime afflitte, la seconda portata nella mensa della grande natura,
il principale nutrimento nel banchetto della vita.
William Shakespeare, Macbeth, Atto II Scena II

Mi perdo se mi incontro, dubito se trovo, non possiedo se ho ottenuto. Come, se passeggiassi, dormo, ma sono sveglio. Come se dormissi, mi sveglio, e non mi appartengo. In fondo la vita è in se stessa una grande insonnia e c'è un lucido risveglio brusco in tutto quello che pensiamo e facciamo. Sarei felice se potessi dormire. E un'opinione di ora, perché non dormo. La notte è un peso immenso dietro al soffocamento della coperta muta di ciò che sogno. Ho un'indigestione nell'animo.Sempre, dopo il dopo, verrà il giorno, ma sarà tardi, come sempre. Tutto dorme ed è felice, ma non io.
Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares, Feltrinelli 2003