Tra i moventi fondamentali dell'azione umana, è sempre stato in primissimo piano quello della difesa: contro le insidie della natura e contro quelle, ben più pericolose, di altri uomini. Una difesa per mezzo di individuali corazze ed anni, ma anche grazie a stabili costruzioni quali fossati, palizzate, recinti, mura, fortificazioni, torri: costruzioni erette a difesa di luoghi abitati, di aggregati umani legati dal comune interesse alla sopravvivenza. Tra queste protesi difensive, nel Medioevo ha occupato un posto d'onore, nella realtà e nell'immaginario collettivo, il castello. Ai limiti di un centro urbano o di un borgo, a qualche distanza da esso, o in spazi aperti, il castello ha presto arricchito la sua funzione difensiva per divenire sede sicura per il potere politico, strumento di controllo dei territorio, presenza intimidatoria per sudditi e potenziali nemici.
Si sono andati moltiplicando, negli ultimi decenni, studi e ricerche sui castelli medievali. Non che questi siano oggetto di un interesse storiografico recente: tutt'altro. Nel Settecento illuminista furono visti come metafora di un potere dispotico, emblemi di secoli bui ma non privi di un fascino che ne mutò via via la carica simbolica e che approdò, alle soglie del nuovo secolo, al castello ammirato come romantico simbolo di un Medioevo di sogno, età “organica” e felice, col suo culto mai del tutto tramontato, tra nostalgie e vagheggiamenti. Si è passati dunque, per gradi, dall’erudizione muratoriana alla visione di un Medioevo artefatto e fittizio.Nel tardo Ottocento il positivismo ha guardato ai castelli con altro animo. che dì essi ha preso in esame gli aspetti “oggettivi” e misurabili. Ma è nel nostro secolo che i castelli sono stati indagati più scientificamente come testimoni della storia del popolamento e dell'organizzazione del territorio in relazione alle forme di dominio, insomma come proiezione di una società.
E accanto a lavori di sintesi che hanno tentato di presentarne la storia per lunghi periodi ed ampie aree geografiche. sono stati condotti negli ultimi tempi più attenti scavi nelle fonti, per ricostruire la nascita e l'evoluzione dei castelli in aree più limitale e periodi più omogenei o meglio definiti. È l'itinerario percorso da Raffaele Licinio in questo volume, che fa la storia del fenomeno dell'incastellamento in Puglia e Basilicata dal dominio bizantino a quello normanno e svevo, sino a quello angioino di Carlo I, con particolare attenzione alle strutture castellari, alla loro gestione politica, militare, amministrativa, finanziaria.
Presentazione di Giosuè Musca a
RAFFAELE LICINIO,CASTELLI MEDIEVALI
PUGLIA E BASILICATA: DAI NORMANNI A FEDERICO II E CARLO I D'ANGIO', EDIZIONI DEDALO
Martedì 28 aprile ore 8.30
Ceglie Messapica Teatro Comunale
Dal castello al territorio
Seconda giornata di studi sul castello ducale
Relazioni:
- prof. Cosimo Damiano Fonseca (Accademico dei Lincei – Vice Presidente Centro di Studi Normanno Svevi di Bari),
Presidenza dei lavori e discorso di apertura.
- prof. Raffaele Licinio (Università di Bari - Direttore del Centro di Studi Normanno-Svevi di Bari)
Il castello ducale di Ceglie nel sistema castellare pugliese.
- prof. Francesco Porsia (Università di Bari),
Il territorio tra allevamento e pastorizia tra XII e XIV secolo.
- dott. Victor Rivera Magos (Università di Siena),
Dinamiche istituzionali, territorio e uomini a Ceglie de Gualdo tra XII e XIV secolo.
- prof. Pasquale Cordasco, (Università di Bari),
Documenti bassomedievali di Ceglie e del suo territorio: spunti di riflessione.
- prof. Isidoro Conte (Ispettore onorario della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Puglia),
Ambienti e stato attuale della struttura castellare di Ceglie Messapica
- prof. Francesco Magistrale (Università di Bari),
Chiusura dei lavori.