A.- Consiglio comunale su Nota ANAC
Come abbiamo già sottolineato in un precedente documento, il quadro che emerge dalla Nota dell’Autorità Nazionale Anticorruzione è desolante e drammatico. Come hanno rilevato gli ispettori ANAC, la quasi totalità dei lavori e delle forniture che sono stati analizzati dagli ispettori sono risultati, per un profilo o per un altro, irregolari.
L’affermazione dell’ANAC, seppur in linguaggio burocratico, non lascia dubbi: è emerso “il ricorrere di profili di carenza in ordine all'applicazione della normativa in materia di contrattualistica pubblica”. Vi è la conferma che l’Amministrazione Caroli ha agito in totale disprezzo delle leggi che sono poste a tutela della buona amministrazione. Il Partito Democratico aveva già precedentemente criticato la modalità di azione dell’amministrazione Caroli: la conferma che arriva dall’ANAC non lascia dubbi. Tale è la gravità dei fatti, che l’ANAC ha inviato gli atti alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti: ad oggi non sappiamo ancora se stiano emergendo responsabilità penali e contabili.
Due sono, tra le altre, le questioni che vogliamo sottolineare:
1) Innanzitutto, emerge l’uso illegittimo del frazionamento delle gare. Com’è noto se i lavori o le forniture sono sotto una certa soglia di valore possono essere affidati direttamente ad una ditta, che viene scelta senza gara. Ovviamente è illegittimo frazionare artificialmente un appalto per poterlo affidare senza la gara, magari alla ditta che sta più “simpatica”. È bene tenere a mente che lo svolgimento di una gara garantisce all’Ente di scegliere la migliore offerta e, quindi, ottenere un lavoro fatto meglio e ad un prezzo inferiore, con risparmio per i cittadini.
2) In secondo luogo, vi è stato l’abnorme ricorso ad una società di lavoro interinale per l’impiego di manodopera. Questa gestione dei rapporti di lavoro e di collaborazione è molto preoccupante. Il Partito Democratico aveva in più occasioni stigmatizzato tale pratica, anche perché usata in molte occasioni a soli scopi elettorali. La Giunta Caroli ha usato in modo irregolare i contratti di somministrazione di lavoro: non solo in molti casi non poteva utilizzare tale strumento, ma non c’è stata trasparenza sui criteri utilizzati per individuare i soggetti beneficiari. Il dubbio di favoritismi è più che legittimo.
Alla luce della gravità delle irregolarità riscontrate avevamo già chiesto le dimissioni del Sindaco, che rinnoviamo in questa sede. Delle due l’una, infatti: o il Sindaco sapeva di questa gestione irregolare e, quindi, é corresponsabile; oppure tutto è avvenuto sotto i suoi occhi “chiusi” e allora si dimostra l’inettitudine e la totale incapacità di controllo della macchina amministrativa.
Il Sindaco, però, resiste, attaccato alla sua poltrona, sordo ad ogni critica. Nella conferenza stampa di qualche settimana fa, non ha dato alcuna risposta esauriente e si è limitato a fare impropri riferimenti alla precedente amministrazione. Né può essere ritenuta soddisfacente la Delibera di Giunta di qualche giorno fa.
Ora la Giunta Caroli ha avuto più di un mese per fornire un quadro preciso. Nel Consiglio comunale, convocato con colpevole ritardo, ci attendiamo dal Sindaco Caroli parole chiare:
- sulle responsabilità, amministrative e politiche;
- su cosa si è fatto per sanare le irregolarità;
- cosa intenda fare l’Amministrazione per evitare in futuro le medesime situazioni.
Visto che l’ANAC ha fatto un’analisi a campione, avevamo chiesto che l’Amministrazione provvedesse a verificare la regolarità degli altri contratti, come ad esempio quello sulla pubblica illuminazione, quello sulla raccolta dei rifiuti, quello della videosorveglianza. Anche su questo pretendiamo in Consiglio comunale risposte puntuali e precise.
Non è più accettabile che la Città di Ceglie sia gestita in totale disprezzo della legge e con continuo spreco del danaro dei cittadini.
B.- Approvazione del PUG
Non sappiamo ancora se la Giunta regionale approverà il PUG di Ceglie oppure no. Prima che si scatenino le tifoserie, il Partito Democratico vuole esprimere il suo punto di vista ragionato, senza posizioni preconcette, basandosi solo sui documenti, come è nel suo stile.
Sin dall’inizio abbiamo seguito con attenzione la redazione del PUG, tanto da costituire un apposito gruppo di lavoro coordinato da Carlo Leo e Maria Antonietta Spalluti e composta da tecnici, imprenditori e singoli cittadini. Il Partito Democratico ha a cuore prima di tutto il bene di Ceglie, e vuole un buon Piano urbanistico per la Città.
Il Piano approvato dalla maggioranza aveva numerosissime criticità. Il Partito Democratico le ha segnalate alla Città e - formalmente - al progettista. Così hanno fatto anche molti tecnici, imprenditori e semplici cittadini. L’ampiezza e il numero di osservazioni pervenute dimostrano già che il Piano che era stato approvato dalla maggioranza era debole, incompleto e non rispondeva agli interessi della Città. La maggioranza ne ha preso in considerazioni solo alcune. Anche in questa occasione, infatti, la maggioranza di Caroli ha confermato la sua chiusura alle forze sociali, politiche e economiche della Città.
La Regione ha individuato rilevanti e numerose lacune, molte delle quali già segnalate dal PD e dagli altri soggetti e non accolte dalla maggioranza. Il PUG di Caroli, insomma, è stato sonoramente bocciato dalla Regione. È iniziata così una lunga trattativa per modificare il PUG iniziale. La Regione, tuttavia, per funzione istituzionale, ha potuto far modificare solo le criticità più gravi e quelle che derivavano dal contrasto con altri atti regolatori.
Permangono, comunque, numerose criticità frutto delle scelte politiche della maggioranza. A mero titolo esemplificativo:
- le zone periferiche della Città, alcune frutto di urbanistica spontanea, non vengono integrate nel tessuto urbano e vengono lasciate senza servizi primari, anche se i proprietari hanno pagato gli oneri di urbanizzazione;
- la vocazione gastronomica di contrada Montevicoli viene frustrata, imponendo vincoli molto stretti;
- lo sviluppo rurale è sbilanciato a favore delle grandi masserie e non tiene in alcun conto delle esigenze dei proprietari di piccoli appezzamenti di terreno e di piccoli fabbricati, che non potranno sostanzialmente fare alcunché. Questo aspetto, peraltro, danneggia le piccole aziende edili e gli artigiani del nostro territorio che avrebbero potuto avere molte commesse;
- resta l’irrazionalità di far diventare area di sviluppo alberghiero una zona a ridosso di un ospedale.
Insomma, Caroli vuole solo mettersi al petto la coccarda del PUG, ma non ha tenuto minimamente conto delle reali esigenze della Città, in termini di crescita urbanistica e di sviluppo economico. La vocazione turistica non viene in alcun modo valorizzata, né vi è una propensione verso attività artigianali o agricole. Insomma, Ceglie ha perso sette anni (dal Piano approvato dalla precedente giunta di centrosinistra) per non avere un Piano Urbanistico adeguato e che consenta davvero di dare una svolta alle attività economiche e all’ordinata crescita della Città.